mercoledì 24 gennaio 2007

Sogno 2007, Hela, Spiaggia.

martedì ‎23 ‎gennaio ‎2007

Ci siamo trasferiti in spiaggia con Hela. Non sapevo dove ci trovavamo, probabilmente da qualche parte sulle coste toscane, ma la spiaggia era grossa e sabbiosa. Dietro la macchia mediterranea si espandeva a perdita d’occhio, c’era una pineta rada, gli alberi si trovavano abbastanza distanti tra loro e in lontananza si vedeva il tetto di una vecchia casa immersa nel verde.

Mi sono voltato ammirando il panorama nella direzione del mare, sulla destra ho visto qualche cosa che si dirigeva verso di noi a grande velocità. Si trattava di un cavallo imbizzarrito che cavalcava impazzito nella nostra direzione: la gente impazzita ha incominciato a scappare. Hela però si era recata verso il bagnasciuga senza il guinzaglio così mi sono precipitato da lei e l’ho fatta entrare nel mio zaino per nasconderla, cosa che lei, come al solito ha fatto senza problemi. Con Hela al sicuro sulle spalle ho incominciato a correre verso l’entroterra, ho visto una duna che formava un cerhio di protezione soprattutto dalla visuale del cavallo che oltre a doversi vedere avrebbe dovuto arrampicarsi sulla sabbia per raggiungerci. In affanno per la corsa e per la paura ci siamo accucciati al sicuro, ma intanto sentivamo i tonfi provocati dalle pesanti zampe equine che battevano sul terreno e il sudore mi faceva attaccare tutta la sabbia sulle ginocchia. Con nostro grande sollievo abbiamo sentito il cavallo impazzito superarci e continuare la sua folle corsa.

Rialzandoci controlliamo in tutte le direzioni che il pericolo sia veramente passato e notiamo nascosto a circa venti metri da noi, un uomo abbronzato con i capelli lunghi e un occhio solo in mezzo la fronte. Egli ci saluta e ci fa cenno di avvicinarci. Dopo aver sprecato due parole approposito dell’accaduto ci dice di chiamarsi Zerpheryth e di essere originario dell’Ungheria; ora però abita da quelle parti a circa due chilometri e ci invita ad unirci alla cena che ha organizzato per quella sera a casa sua.

Verso le otto e mezzo ci ritroviamo a casa del nostro nuovo amico Hela siede di fianco a me e io spero che voglia comportarsi bene, soprattutto perchè ci troviamo al mare e come è noto, il pesce è il suo cibo preferito. La sala aveva una grande vetrata che dava sul mare, la vista era fantastica soprattutto nell’ora del tramonto estivo, con il cielo pieno di nuvole colorate di rosa. A quel punto mi accorgo con grande stupore, che da tempo mi stavo mangiando pesce fritto impanato. Hela stranamente restava al suo posto e si mangiava le sue alicette fritte nel suo piattino. Una delle porte che davano sul terrazzo era aperta. Avevo mangiato troppo, ma soprattutto avevo bevuto troppi bicchieri di quell’ottimo vino bianco che il padrone di casa si faceva arrivare dalla Jugoslavia. Avevo proprio bisogno di prendere un pò d’aria così mi sono alzato e mi sono diretto alla porta finestra: alla fine del terrazzo sul lato destro c’era una scaletta e scendendola si arrivava ad un sentierino che portava al porticciolo che si trovava a circa una ventina di metri. Le vecchie barchette dei pescatori erano quasi immobili a causa del mare calmo. Mi sono diretto in quella direzione e poi mi sono fermato a contemplare i cielo. La luna si specchiava sul mare e quella visione mi ha fatto rilassare e sentire in pace con il mondo, senza quasi accorgermene mi sono ritrovato coricato sulla sabbia con il rumore delle onde e la brezza marina che mi convincevano ad addormentarmi.


Aggiungere sogno


Quando mi sono svegliato il sole stava sorgendo e faceva freddo. Mi sono alzato e quasi correndo mi sono diretto a casa. Zerpheryth era sulla porta seduto su di una sedia pieghevole che si fumava una pipa:

“dormito bene?”

e io:

“si benissimo, però non volevo...”.

Lui un pò preoccupato mi ha risposto:

“Non c’è problema. Hela però era molto inquieta e ha deciso di andarsene, ho provato a fermarla, ma sai come sono fatti i gatti...”

“si lo so, non vogliono mai stare a sentire i consigli degli altri. Del resto il loro istinto è molto più affidabile del nostro. Difficilmente si sbagliano.”

A quel punto molto preoccupato ho ringraziato il padrone di casa e l’ho salutato, promettendogli di tornare a trovarlo al più presto.