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lunedì 28 dicembre 2020

Perché amo cosi tanto la neve


Sta notte ha nevicato di nuovo, e sta ancora nevicando, fa freddo e quindi penso che la neve resterà un po'. Quest'anno ha già nevicato diverse volte ad inizio dicembre, e io ovviamente sono molto contento. L'anno scorso aveva nevicato mezz'oretta una sera ed è stato proprio brutto e strano visto che da queste parti dovrebbe nevicare abbastanza. E ogni volta io mi chiedo sempre: perché amo così tanto la neve? Bene, ci sono molti motivi e prima di tutto io la amo perché "mi piace" e basta, fin da quando ho memoria e io sono a posto così. Cercando di razionalizzare, non vorrei ma ho una mente razionale anch'io dopo tutto e i miei studi mi hanno portato ad esserlo ancora di più, ho trovato alcuni punti base. Siamo in un periodo in cui le temperature si alzano, i ghiacciai si sciolgono e nevica sempre meno. Gli inverni di cui mi parlava mio nonno o anche mio padre di alcuni decenni fa non si vedono più. Il Tanaro ghiacciato l'avrò visto due volte e anch'io mi ricordo di inverni completamente diversi da quelli degli ultimi anni. Mi ricordo che in inverno, generalmente, bisognava stare attenti andando a scuola perché c'era il ghiaccio per la strada e tanti cadevano e non solo qualche giorno all'anno ma per gran parte dell'inverno. Andavamo con il bob ai giardini da piccoli, avevo amici che andavano con lo snowboard sulle colline di Valmadonna, comune di Alessandria ed erano gli anni '90, proprio l'altro ieri. Quindi quando nevica mi sento un po' meno preoccupato, ho un po' di sollievo da quel senso di entropia climatica che mi perseguita in continuazione. Altro motivo è che la neve rende tutto più bello: cancella le strade tutte rotte, gli alberi tagliati e non ripiantati, lo sporco e addirittura anche le automobili si vedono meno, rende tutto più bello e per un pochino cancella anche quel senso di decadenza sociale che caratterizza questo periodo storico in questo paese e in questa città. La neve rende tutto più tranquillo, i suoni sono più ovattati, il panorama meraviglioso, i campi spogli, altrimenti un po' squallidi, diventano scenari meravigliosi. E poi, ci ho pensato molto, il motivo principale penso sia che per poche volte all'anno, nel nostro mondo moderno la natura si riprende anche gli spazi urbani e antropizzati e noi non possiamo farci niente. Succede anche con le alluvioni, i terremoti, ecc... ma sono disastri, la natura diventa feroce, con la neve lo fa gentilmente. E' lo stesso motivo per cui amo molto la montagna, i boschi, quando nevica la natura torna qui vicino. Per me che ho sempre abitato in città è meraviglioso e tutti devono accettarlo: chi non lo accetta si arrabbia e vive male. Bisogna accettare che sia più difficile muoversi, bisogna accettare che non siamo ancora noi, umani, i padroni della natura! E' una cosa bellissima e bisogna accettarlo. Chi non accetta questo, sono in moltissimi, è chi ha rovinato tutto, chi ama vivere male e che ci ha portato a questo punto. Questo "chi" non sono i poteri forti immaginari, le corporazioni del male o altro, è proprio un tipo di mentalità, quello per cui ogni cosa è giusta nell'ottica del profitto e non si chiede mai se una cosa è bella e basta. In oltre la neve ci porta un po' di insolito, di meraviglia proprio fuori dalla finestra. Quindi io ringrazio sempre la neve! Questo testo che scrivo sta mattina, composto da pensieri che faccio da anni, è un omaggio, un'offerta alla Neve! 

mercoledì 18 dicembre 2019

Pensieri sulla contemporaneità

Dalla mia pagina fb 17/12/2019

Allora, mi sono più volte ripromesso di non scrivere niente su FB che non fosse strettamente legato al mio lavoro, ma essendo in questi giorni particolarmente esaurito, frustrato chiuso in studio a lavorare, malato con polso rotto di nuovo infiammato, e tante altre cose mi voglio scaricare un secondo, tanto ho deciso di cancellarmi almeno parzialmente da FB appena finiti i 2 prossimi lavori. Prima cosa, squallida: si avvicina Natale e pensavo come sarebbe bello se per l'occasione tutti quelli che mi devono pagare, mi pagassero, specialmente i crediti di mesi o anni da parte di gente piena di soldi. A parte questa cosa, che odio parlare di soldi, ma si vive male se non sei ricco e sei sempre li che non ne hai abbastanza per pagare le tasse quando arrivano a sorpresa e cose del genere (soprattutto quando sono due anni che lavori fino alle 5 di notte e giri incessantemente, invecchiando precocemente). Chiedo scusa per lo sfogo. Comunque un'altra cosa su cui riflettevo ovviamente è la contemporaneità. Ho notato che appena uno fa una critica sul presente, spunta subito qualcuno che lo attacca: sei un vecchio! Odi i giovani! Ecc... beh, prima di tutto è sicuro che soffro di nostalgia, mi manca terribilmente il '900 e io sarò per sempre un uomo del '900. Me ne frego di chi ha qualcosa da ridire su questo. So benissimo che per tante cose è meglio adesso, non è che sono scemo, ma non ci posso fare niente, sono cresciuto in quei decenni la, per dire io penso ancora che se sei un maleducato sei uno stronzo, non sei un figo, per capirci. Comunque penso troppo stando da solo, penso lavorando, la notte non dormo e penso. Ci scriverò un libro, ma poche cose le metto qui, ecco: non posso accettare il fatto di non avere più tempo libero. In questa epoca storica è diventato impossibile anche leggere un libro, o per lo meno è molto difficile, non sto dicendo niente di originale. Il fatto qual'è? Che lavoriamo sempre, ma allo stesso tempo ne ce ne accorgiamo e così oltre a non avere il tempo libero siamo anche pieni di sensi di colpa. Quando sono in treno cerco di leggere e dopo 5 minuti guardo i messaggi. Quando sono al cesso guardo Instagram. Quando apro il pc per vedere le email, molte volte perdo quelle importanti per messaggi completamente fuori tema che arrivano. Questo cosa vuol dire? Che sto lavorando, non mi sto rilassando. Sto lavorando per FB, per Instagram, ecc... E'molto semplice, queste cose le avevo già studiate all'università (e ovviamente non ho mai potuto usare le mie conoscenze universitarie), il sistema economico si è sviluppato in modo da farci lavorare senza rendercene conto. Queste cose le leggevo 20 anni fa, internet era appena comparso a 56k. I social media hanno delle utilità evidenti, che però passano assolutamente in secondo piano a infinite forme di dipendenza e nevrosi che essi hanno prodotto. Ma non mi dilungo, anche perchè per parlare di cose del genere bisognerebbe rimettersi a studiare un po', quindi mi faccio solo una domanda: perchè il solito YT, FB, IG, Whatsapp ecc... mi danno tutto il loro enorme servizio gratis??? Perchè in questo momente mentre li sto usando io sto lavorando per loro. Non è una banalità, e non sto facendo del complottismo, è così. Poi chi mi conosce sa bene come ami per esempio youtube, o con che meraviglia guardi dei miracoli tecnologici come gli smartphone, è un altro discorso. Un'altra cosa, se no continuo a pensarci per 2 giorni. Come il mercato attuale con la versione di Internet attuale sta distruggendo tutte le alternative possibili, le contro culture reali, ecc... Allora, sto scrivendo a cazzo, mi scuso se mi esprimo come un troglodita, so che si fa fatica a prendere sul serio un discorso espresso male, ma sta di fatto che tra poco mi rimetto a tagliare dei listelli. Allora stavo dicendo che ad esempio, negli anni 90 avevo alcuni punti di riferimento, con cui magari non condividevo tutto, ma di cui mi fidavo: scrittori, riviste, ecc... Adesso questo difficilissimo, anche per uno che cerca sempre come me. Un altro punto è quello di sopra: non ho più il tempo di leggere tranquillamente, nemmeno sul treno. Siamo molto felici di avere internet ad alta velocità e a basso prezzo ovunque, ma poi come lo usiamo. E non posso dire, basta che mi regolo, perchè non funziona così. Sono dipendenze serie. Altra cosa per esempio: la distruzione di supporti fisici, etichette e negozi di dischi per la musica o di riviste, editrici piccole, fanzine per la letteratura. Certo è una cosa fantastica potere godere in ogni momento di tutta la musica del mondo mai uscita o di tutti testi, ma anche li: come faccio a orientarmi? E come faccio a trovarmi per lo meno nel mio piccolo gruppo? Questo ha distrutto tutto. A parte il fatto che io non possa più campare con la mia piccola libreria o con il mio piccolo negozio di dischi (amen, trovati un lavoro diranno molti nuovi liberali) ma faccio l'ultimo esempietto per far capire cosa penso: per fare una rivista o anche una fanzine un minimo strutturata bisogna mettersi insieme. Scriviamo in 4, c'è il grafico, il fotografo, quello che da una mano a stampare, a distribuirla, ecc... in quel modo prima che una cosa esca pubblicamente viene pensata e rivista. Questo per fortuna non ha impedito che uscissero libri e dischi allucinanti e meravigliosi, ma garantiva un minimo di equilibrio. Adesso io posso aprire il mio blog di medicina anche se non so un cazzo e arrivare di colpo a un pubblico enorme senza nessun tipo di filtro. E allo stesso, tempo tanto per dire, oggi è al 100% impossibile che un gruppo come i Nirvana diventino il gruppo più famoso del mondo. E poi una nota personale: non vivo bene in un mondo senza mini librerie locali in cui devo cercare tutto su amazon, mi sembra un incubo distopico. Non ho riletto, chiedo scusa per gli errori.

mercoledì 13 novembre 2019

Quello che si nasconde dietro.

 martedì ‎12 ‎novembre ‎2019

Quello che si nasconde dietro.

"In arte nessuna forma è totalmente materiale". Le arti sono sempre state legate alle attività magiche, spirituali e trascendentali. Ogni lettera o numero che noi utilizziamo e che riconosciamo in pochi istanti è in realtà un simbolo, una rappresentazione grafica astratta che noi sappiamo interpretare. Tuttavia bisogna avere una conoscenza di base per questo che è molto limitante. Una forma universale che valga sempre in ogni momento in questa e nelle altre realtà deve comunque esistere.

giovedì 19 settembre 2019

Ricordi Iron Maiden, 80s, campeggio

ricordi, martedì ‎17 ‎settembre ‎2019

Ascoltando Iron Maiden Still Life:

cosa mi viene in mente? Il parcheggio fuori dalla val milana, io ho i pantaloncini del costume e la maglietta sbiadita di Powerslave che mi ha regalato una metallara molto più grande di me. Parcheggiate ci sono delle golf primo tipo e una bmw tamarra, mi ricordo quelle. Fa abbastanza caldo, mi viene in mente una honda da enduro con l'adesivo di the troopers.

martedì 16 luglio 2019

14 Luglio 2019 Karlsruhe – Milano.

Dalla mia pagina fb.

14 Luglio 2019 Karlsruhe – Milano.

Chiedo davvero scusa se uso ancora una volta FB per una cosa che non c'entra. Mi scoppia il cervello. E' sempre più difficile fare finta di vivere in un paese "normale". Io mi baso sempre su quello che vedo e che vivo, sono sempre in giro sui mezzi e penso che questo mi dia una visione abbastanza chiara sulla situazione sociale attuale. Sono appena rientrato a casa. Ok questo è stato il mio viaggio: sono sul treno, un Eurocity fantastico che in poche ore passa per tre paesi diversi, gran parte del viaggio è tra le Alpi, non ho speso nemmeno tanto. Tutto bene, parto in direzione Milano, la gente sale e scende, gente di tutti i tipi qualcuno parla, qualcuno ride, in generale tutto tranquillo mi godo il panorama. A metà, in svizzera, sale una ragazza sui 30 anni con uno zainone pensantissimo uguale al mio, ha il posto di fronte, la vedo in difficoltà e la aiuto a mettere su lo zaino. Mi ringrazia e basta. Vedo che ha un dizionario francese-Italiano e poi un libro sulla toscana. Niente, io leggo il mio libro e il viaggio continua tra le valli meravigliose. Ultime fermate prima di Milano sale un gruppo di Italiani, tutti maschi, con birre che urlano, non riesco più a leggere, manca ancora quasi un'ora e inizio ad essere infastidito. Parlano tra loro in distanza, attaccano a parlare con gli altri passeggeri ad alta voce. In pochi minuti capisco da dove vengono (sono di una cittadina centro-padana), cosa fanno, so tutto anche se non mi interessa, volevo solo leggere il mio libro. Ad un certo punto intavolano con un altro passeggero il discorso su quanto sia meglio l'italia che finisce su quanto siano merde i francesi: ovvietà, luoghi comuni, frasi palesemente razziste, tutto a volume elevatissimo. Io sono infastidito, mi sto veramente innervosendo. Il mio imbarazzo per appartenere alla stessa etnia di queste persone è indescrivibile. Mi sono sentito a casa, come europeo, per una settimana fino a quel momento. Mi viene in mente che la ragazza di fronte a me è probabilmente francese e mi sento proprio ancora peggio che imbarazzato. Spero solo che non abbia capito, vorrei quasi dire qualcosa, non so nemmeno a chi. Il viaggio finalmente finisce. I due regionali che mi portano a casa da Milano sono un'altra esperienza che però conosco molto bene, visto che li prendo settimanalmente più volte. Non c'è un diretto a metà pomeriggio che unisce Alessandria con Milano, treni scassati, aria condizionata che non va su almeno metà delle carrozze. Tutti con i piedi sui sedili, il controllore non si vede mai (ma devo dire che lo capisco) e ormai metà della gente non ha il biglietto. Mi chiedo come sia possibile che i treni vadano ancora. La nostra grande civiltà fieramente italica. Ultima stazione salgono dei minorenni, di origine straniera, anche in questo caso tutto il vagone ha capito di dove erano visto che lo hanno urlato più volte. Non lo dico per razzismo ovviamente (e non dico di che paese erano perchè sarebbe ingiusto per i loro concittadini) ma per realismo sociale. Comunque è un casino. E' domenica e sul vagone del regionale ci sono persone di una chiara estrazione sociale, anziane, extracomunitari, operai ecc... Ecco qui in Italia ormai la vedi chiaramente la differenza tra le classi. Quella in alto su questi mezzi non la vedi mai, magari ne parla con grandi discorsi di tolleranza senza sapere niente perchè poi prende sempre la macchina. Ritorno ai ragazzini rompicoglioni, urlano, tirano pugni e calci sui sedili, nessuno dice niente. Tutti in imbarazzo, vistosamente "disturbati". L'anziana salita a Tortona si è spaventata e va col suo borsone vicino alla porta. Niente per 15 minuti va così,io li guardo e loro mi riguardano fissandomi come per chiedermi che cazzo voglio, vorrei dire qualcosa ma penso che sono arrivato ed è meglio lasciare perdere come fanno tutti gli altri. Racconto questa cosa perché credo dia una buona idea di che cos'è oggi l'Italia. Un paese di incivili e prepotenti, al di la della nazionalità di origine o delle idee politiche. I maleducati fanno quello che vogliono, usano violenza verbale e a volte fisica, ognuno è dalla sua parte e se ne fotte di ogni altra cosa e di ogni altro individuo. E' davvero deprimente e penso che non ci sia più speranza. Ho resistito fino a 41 anni, ma sono veramente stufo di questo posto che, realisticamente, potrebbe essere salvato solo da un miracolo. Chiedo ancora scusa, ma visto che per ora sono ancora qui, mi sento un po' colpevole a far finta di niente.



martedì 22 gennaio 2019

Fall of Efrafa, Aachen 2009.

Dalla mia pagina fb: lunedì ‎21 ‎gennaio ‎2019

I concerti più belli di sempre. Non so perchè lo scrivo qui, ne approfitto se no questi pensieri vanno persi, perchè poi rimando e non me li scrivo. Ho appena trovato il video di questo live adesso verso le 22:30 del 2019. La musica è ancora più potente delle arti visive, per quanto mi riguarda. Per me le arti servono ad arrivare all'estasi, a trascendere la realtà, ho imparato a descrivere in questo modo quello che ho sempre pensato a 40 anni. Comunque ci sono momenti, brevi per cui vale la pena di vivere, sono pochi e parlando con le persone e gli amici ho scoperto che molti queste cose non le hanno mai vissute. La cosa mi rattrista molto, mi sembra impossibile. Ma torno a me con la pittura mi è successo una sola volta davanti ad un quadro di Segantini. In quei casi bisogna essere da soli, magari con qualcuno, ma alla fine da soli. Con la musica, ovviamente mi è successo sempre dal vivo ma i concerti veramente di quelli in cui ti rendi conto che ti senti sollevato da tutto e stai per piangere sono penso una decina, non di più. Al primo posto metto i Concrete nel 1996 alla Two days of struggle di Padova. Avevo 18 anni compiuti o da compiere visto che non so quando cadeva la pasqua quell'anno ed è stato un concerto che mi ha cambiato, ma magari ne parlo un altra volta, comunque fu anche un anno di cambiamento. Al secondo posto sono indeciso tra quando vidi 2 poveri contadini la mattina nella piazza del mercato a Wroclaw nel 2008, lui con il violino la moglia con un tamburello. Musica ancestrale e triste bellissima, non ho mai più trovato una cosa del genere, peccato che non avevo ancora lo smartphone. Era proprio un momento di passaggio in Polonia e in quei due contadini mi sembrava di sentire le ultimi respiri della vecchia Europa, è difficile da descrivere, non si può descrivere a parole è una cosa magica, mi ero ritrovato gli occhi lucidi. Sono indeciso con questo concerto qui del video per il secondo posto come dicevo. Nel 2009, altro anno chiave nella mia vita, sono andato con Manuel ad Aachen per vedere uno degli ultimi concerti dei Fall Of Efrafa, che mi piacevano molto, ma non a quel livello. Il concerto fu un esperienza veramente trascendentale, me lo sono visto da solo al lato destro del palco, per decine di minuti ad occhi chiusi, sembra una cazzata lo so. Ma anche li, brividi solo a pensarci, non so cosa darei per rivedere quel concerto. Boh spero qualcuno possa capire. Era un periodo particolare in cui ero più sensibile a certe cose del solito infatti ho fatto anche cazzate e dopo qualche mese ho avuto gli attacchi di panico più pesanti e i picchi più bassi di sempre credo. Comunque, ovviamente quello di cui parlo sono momenti eccezionali in tutti i sensi, che generalmente succedono per vari altri motivi, ma la cosa fantastica delle arti (sia musica, pittura, cinema, ecc...) è che sono un mezzo per arrivare li. Va beh, sono cose troppo personali e non ne parlo mai con nessuno, non so perchè mi sono messo a scrivere qui, spero di non fare la figura dell'intellettuale forzato o roba del genere, sono debolezze forse, ma l'incubo per me è vivere senza queste eccezioni.

da qualche parte ho le foto, devo cercarle

sabato 29 dicembre 2018

Una risposta ad un messaggio su instagram

 Caro K...

Mi dispiace avere visto in ritardo il tuo messaggio, purtroppo il tuo messaggio è uno dei molti messaggi che instagram mi nasconde giornalmente. La maggior parte delle volte si tratta di pubblicità, ragazze immaginarie o di richieste pazze, tuttavia cerco sempre di rispondere la notte o quando trovo il tempo. Ricevo messaggi via mail, via Facebook (sia dalla pagina personale che da quella 108), da instagram appunto, commenti pubblici e privati, da Tumblr, whatsapp, telefono, ecc... è veramente difficile rispondere a tutti e a volte ci riesco dopo mesi. E' capitato che abbia perso dei lavori perché un messaggio proprio non l'avevo visto, o come a volte succede, perchè instagram me li avesse tenuti nascosti per settimane. Tuttavia la maggior parte delle persone che siano appassionati o grandi artisti restano educati e gentili. Poco fa ho visto i tuoi messaggi e partendo dall'ultimo sono rimasto abbastanza male così ho cercato di capire a quando risaliva il primo messaggio: mercoledì, oggi è venerdì, fa due giorni fa. La tua risposta scocciata risale a ieri sera, un giorno dopo. Io ti sto rispondendo adesso, due giorni dopo. Ho seriamente pensato di buttare tutto e non pensarci più, visto che come dicevo, nei limiti cerco di essere educato e il tuo messaggio è proprio una di quelle piccole cose che mi fa ulteriormente deprimere e perdere fiducia nell'umanità. Però, caso vuole, che sia qui ad aspettare che la vernice asciughi, quindi volevo dirti che se non hai nemmeno la pazienza di aspettare 24 ore che uno sconosciuto risponda ad un messaggio casuale privato su instagram c'è qualcosa che non va. Probabilmente sono vecchio e ho passato la mia gioventù con le lettere di carta, ma a volte ci metto settimane a rispondere alle email, anche se si tratta di lavoro o di amici. Non sempre ho il tempo materiale a volte non so cosa scrivere e devo pensarci, a volte ho problemi più gravi nella vita reale e purtroppo il tempo passa velocemente.

venerdì ‎28 ‎dicembre ‎2018


Ultima cosa: che io ricordi, ma potrei sbagliarmi visto che con tutta la gente che incontro la mia memoria fa spesso degli scherzi, non credo di averti mai incontrato nella vita reale e non mi sembra di avere mai avuto discussioni da altre parti con te. Quindi sei un perfetto sconosciuto che mi scrive per proporre una collaborazione. Onestamente non conosco il tuo lavoro, non so di dove sei, non so niente della tua filosofia, da dove arrivi come la pensi in fatto di arte. Cerco sempre di essere educato il più possibile, ma perchè dovrebbe interessarmi collaborare con te?


Ti faccio gli auguri di buone feste, ma non scrivermi più.


Addio,


Guido

martedì 18 settembre 2018

Serata ad Ovada, Nofx, 1994.

dalla mia pagina fb - lunedì ‎17 ‎settembre ‎2018

Non lo faccio mai, scrivo due cazzate, terapeuticamente. Oggi sono stanco e depresso, avevo voglia di uscire, rispondere male a qualcuno e farmi menare. Però oggi c'è quel clima inizio autunno, ancora un po' estivo, che mi rimanda subito a quando con gli amici dell'Esselunga si usciva a skateare tutti i giorni tutto il giorno in un parcheggio di un supermercato. Il periodo più bello della mia vita, diciamo dal 92 al 97 circa. Ho aperto youtube poco fa e c'era punk in drublic e così mi è tornata in mente la prima volta che ho sentito questo disco a cui per vari motivi, ora a 40 anni posso dirlo sono molto legato (ogni volta che sento l'inizio di linoleum dopo un po' di tempo mi viene la pelle d'oca direttamente). >>> Comunque volevo scrivere quello che mi ricordo qui perchè passano gli anni e ci dimentichiamo tutto. Era questo periodo dell'anno, 24 anni fa, fine estate, io avevo 16 anni e l'Esselunga posse era formata da 5 personaggi che nomino solo con delle lettere e che sono stati i miei migliori amici di sempre. Allora ai tempi di skaters ce n'erano pochi, in zona c'eravamo noi di AL all'esselunga, quelli delle scuole a Tortona, uno a Novi e due a Ovada, poi andavamo spesso a Genova. Eravamo 4 gatti. Quel pazzo di P. ci chiama e ci dice che quel weekend i suoi genitori non c'erano ma non ci invita, incosciente. Eravamo una compagnia di disperati nessuno aveva la casa al mare e nemmeno in campagna quindi eravamo sempre per la strada, era un'occasione imperdibile. I fratelli C. erano appena tornati dal mare con i loro genitori e dovevamo fare festa. Poi c'era D. e forse A. Senza dire niente il sabato prendiamo la littorina marrone e andiamo a Ovada, vestiti XXXL tavole e una borsa con del cavicchioli amabile. C2 e D. si sono fatti i capelli fuxia usciti di casa per non varsi vedere dai genitori. Totale. 40 minuti di casino sul locale e arriviamo a Ovada . Cerchiamo la cabina telefonica e chiamiamo P. che spaventato dice che abita fuori città, lo convinciamo a farci dare l'indirizzo e partiamo sulla statale sulla tavola. Arriviamo a casa e c'è imbarazzo, ma eravamo davvero dei teppisti. Ovviamente ai tempi di ragazze non ne frequentavamo assolutamente, forse qualcuno si ricorda la situazione di uno skater o un punk di 16 anni nel '94. Amen, c'è anche la sorella di P. in casa che invece è ben presa, hahahah, comunque noi eravamo veramente dei trogloditi e l'unico effetto era quello di farci esaltare di più. Qui arriva la connessione: C1 tira fuori la cassetta che gli ha fatto a Pietra Ligure il Branca (posso nominarti visto che non c'eri di persona) il nuovo disco appena uscito dei NOFX, lo mettiamo nello stereo al massimo volume, e iniziamo a spaccare la casa, fighissimo, sembrava il disco che tutti stavamo aspettando. Melodico, triste e disperato ma velocissimo. Calci negli armadi, urla, bicchieri rotti. Intanto sono arrivati gli amici della sorella e sta venendo sera. Loro sono un po' più vecchi e cercano di contenere i danni mandandoci via. La sorella che avrò 19-20 anni ci presta anche la panda, ma siamo in 7 e nessuno ha la patente. D. però si ricorda che C1 aveva l'idea di prenderla, (lui è l'unico che ha già 18 anni) che faceva il vago e ha il foglio rosa. Non sa guidare davvero però. Lo obblighiamo e partiamo in 7 sulla panda ciucchi e senza patente, roba che adesso mi fa pensare. Arriviamo in centro di Ovada il sabato sera di settembre 1994. Vestiti enormi, capelli fuxia, siamo alieni, e tutti ci guardano, ma siamo abituati farci odiare era la nostra massima aspirazione a quei tempi. Però non andavamo mai nei pub per mancanza di soldi cronica. Andavamo a prendere il Cavicchioli dalle vecchie in Pista o lo bevevamo al Forte. Spesa a testa per ubriacarsi circa 2-3 mila lire. Però vogliamo festeggiare ed entriamo in un posto pienissimo, fighetti e zarri dai paesi. Noi facciamo i coglioni come sempre. I più in vista ovviamente sono C2 e D. che hanno i capelli fuxia. Usciamo dal locale e ci sono tre zarri di paese che ci dicono qualcosa, tipo “frocetti” e qualcosa sui capelli. Noi siamo degli incoscienti ma siamo degli sfigati, però l'adrenalina ai tempi era sempre alta e andiamo dai tipi, qui viene in capolavoro. Due fanno i fighi ma ritrattano un po', scherzano. Il terzo è ubriaco, beve una moretti da 66 e sputa perterra, così ci spostiamo. Tutti tranne C2. La cosa mi colpì, perchè ai tempi era il più tranquillo della compagnia. Ma è ubriaco e dentro ha tutta la frustrazione di un disadattato di 17 anni. Il tipo risputa e lo prende su un piede. C2 senza dire niente parte con un pugno e lo becca in pieno naso sfondandoglielo. Ricordo ancora oggi il rumore e mi vengono i brividi. Sangue ovunque, il tipo cade per terra e C2 urla come un pazzo e continua a massacrarlo di calci e pugni. Tutta la piazza si gira, ricordo una tipa che inizia ad urlare. Gli amici cercano di portarlo via, noi di tenere C2 che è come posseduto. Un delirio, si sono tutti allontanati, noi in mezzo, sangue per terra e sulla felpa di C2, il tipo lo portano via in braccio. Noi urliamo e guardiamo la gente come dei cani randagi. Capiamo che è meglio andare, uno dei due amici ci segue e ci chiede chi siamo. D risponde “siamo la posse dell'Esselunga” il tipo dice testualmente “scusate no sapevamo che foste voi”, andiamo a prendere la Panda, io sono il più piccolo e sono orizzontale sopra gli altri,. Usciamo sgommando e rischiamo un frontale, ma la casa è tipo a 2-3 chilometri. Va beh a casa ci sono scene epiche, tipo C1 che rutta continuamente e talmente forte che si incazzano tutti anche i vicini. Poi verso le 5 quando sembra che tutti dormano di nuovo il mitico C1 che di solito è il più tranquillo trova un corno di bufalo e se lo mette in testa con le coperte e va a svegliare tutti vacendo dei versi, bastonate, sedie che volano. Succedono altre cose che pubblicamente non si possono raccontare nemmeno con i nomi finti. Una delle più grandi serate di sempre.

domenica 25 giugno 2017

Giappone, shintoismo, paganesimo, belenus, occidente

Molti anni fa venne a trovarmi un amico giapponese. La nostra comunicazione in inglese era un po' stentata ma dopo qualche giorno iniziai a fare alcune domande più complesse riguardanti gli argomenti che più mi interessavano. Sono un grande appassionato di Giappone io e l'oriente in generale mi ha sempre affascinato e incuriosito. Ad un certo punto iniziammo a parlare di gruppi metal e io gli chiesi con chi se la prendevano i gruppi “satanici” giapponesi se in Giappone la popolazione era in maggioranza di religione Shintoista o Buddista. E lui mi rispose che questi gruppi erano sempre “satanisti” alla maniera europea. Quindi c'era Satana e la blasfemia varia dedicata alle figure della mitologia cristiana. Si trattava quindi di una moda, ma bisogna dire che anche in Europa o negli USA questo genere di gruppi satanici hanno sempre più che altro un'impostazione satanica di superficie. In effetti era uno dei tanti discorsi superficiali che saltano fuori di tanto in tanto e stavo per metterlo da parte, quando l'amico mi disse una cosa che mi colpì profondamente. Ricollegandosi al discorso di prima fece: “In Giappone nessuno si permetterebbe mai di offendere gli spiriti anche se non ci crede!”. Poi andò avanti con alcune storie e mi parlò ad esempio di un tempio vicino a casa sua, ancora oggi usato per difendere la città dagli spiriti maligni che scendono dalla montagna e altre cose del genere. Così iniziai a riflettere per molto tempo.

sabato ‎24 ‎giugno ‎2017

sabato 31 dicembre 2016

Incubo fine 2016

Così finisce il mio 2016. Sta notte ho fatto un incubo in cui ero in un posto indefinito infernale, ma terreno, simile ad un manicomio abbandonato e senza luci. Era tutto terribile, gente che urlava, io dovevo evocare il maligno, sapevo che era sbagliato ma volevo chiamare il diavolo per vendicarmi e punire chi odio e vendicarmi delle mie frustrazioni. C'era una donna legata con delle cinghie ad una sedia e sapevo che il diavolo sarebbe entrato in lei. Non so come ma era tutto terribile. La gente attorno urlava nella penombra e nella sporcizia, era freddo e umido. La faccia della donna cambia e diventa grottesca e poi mostruosa, con una bocca enorme piena di denti e produceva urla strazianti di dolore. Io mi sentivo soffocare e sapevo fosse colpa mia e allora ho cercato di urlare, non ci riuscivo e urlavo più forte strozzandomi in modo disperato. Mi sono svegliato sudato marcio a pancia in su con due gatti sul petto! GLI INCUBI! Gli esseri del folklore europeo che di notte ti premono il petto per farti soffocare e che provocano gli incubi! Ecco cosa sono i miei gatti, sono INCUBI!

incubo_31_12_2016

mercoledì 24 gennaio 2007

Sogno 2007, Hela, Spiaggia.

martedì ‎23 ‎gennaio ‎2007

Ci siamo trasferiti in spiaggia con Hela. Non sapevo dove ci trovavamo, probabilmente da qualche parte sulle coste toscane, ma la spiaggia era grossa e sabbiosa. Dietro la macchia mediterranea si espandeva a perdita d’occhio, c’era una pineta rada, gli alberi si trovavano abbastanza distanti tra loro e in lontananza si vedeva il tetto di una vecchia casa immersa nel verde.

Mi sono voltato ammirando il panorama nella direzione del mare, sulla destra ho visto qualche cosa che si dirigeva verso di noi a grande velocità. Si trattava di un cavallo imbizzarrito che cavalcava impazzito nella nostra direzione: la gente impazzita ha incominciato a scappare. Hela però si era recata verso il bagnasciuga senza il guinzaglio così mi sono precipitato da lei e l’ho fatta entrare nel mio zaino per nasconderla, cosa che lei, come al solito ha fatto senza problemi. Con Hela al sicuro sulle spalle ho incominciato a correre verso l’entroterra, ho visto una duna che formava un cerhio di protezione soprattutto dalla visuale del cavallo che oltre a doversi vedere avrebbe dovuto arrampicarsi sulla sabbia per raggiungerci. In affanno per la corsa e per la paura ci siamo accucciati al sicuro, ma intanto sentivamo i tonfi provocati dalle pesanti zampe equine che battevano sul terreno e il sudore mi faceva attaccare tutta la sabbia sulle ginocchia. Con nostro grande sollievo abbiamo sentito il cavallo impazzito superarci e continuare la sua folle corsa.

Rialzandoci controlliamo in tutte le direzioni che il pericolo sia veramente passato e notiamo nascosto a circa venti metri da noi, un uomo abbronzato con i capelli lunghi e un occhio solo in mezzo la fronte. Egli ci saluta e ci fa cenno di avvicinarci. Dopo aver sprecato due parole approposito dell’accaduto ci dice di chiamarsi Zerpheryth e di essere originario dell’Ungheria; ora però abita da quelle parti a circa due chilometri e ci invita ad unirci alla cena che ha organizzato per quella sera a casa sua.

Verso le otto e mezzo ci ritroviamo a casa del nostro nuovo amico Hela siede di fianco a me e io spero che voglia comportarsi bene, soprattutto perchè ci troviamo al mare e come è noto, il pesce è il suo cibo preferito. La sala aveva una grande vetrata che dava sul mare, la vista era fantastica soprattutto nell’ora del tramonto estivo, con il cielo pieno di nuvole colorate di rosa. A quel punto mi accorgo con grande stupore, che da tempo mi stavo mangiando pesce fritto impanato. Hela stranamente restava al suo posto e si mangiava le sue alicette fritte nel suo piattino. Una delle porte che davano sul terrazzo era aperta. Avevo mangiato troppo, ma soprattutto avevo bevuto troppi bicchieri di quell’ottimo vino bianco che il padrone di casa si faceva arrivare dalla Jugoslavia. Avevo proprio bisogno di prendere un pò d’aria così mi sono alzato e mi sono diretto alla porta finestra: alla fine del terrazzo sul lato destro c’era una scaletta e scendendola si arrivava ad un sentierino che portava al porticciolo che si trovava a circa una ventina di metri. Le vecchie barchette dei pescatori erano quasi immobili a causa del mare calmo. Mi sono diretto in quella direzione e poi mi sono fermato a contemplare i cielo. La luna si specchiava sul mare e quella visione mi ha fatto rilassare e sentire in pace con il mondo, senza quasi accorgermene mi sono ritrovato coricato sulla sabbia con il rumore delle onde e la brezza marina che mi convincevano ad addormentarmi.


Aggiungere sogno


Quando mi sono svegliato il sole stava sorgendo e faceva freddo. Mi sono alzato e quasi correndo mi sono diretto a casa. Zerpheryth era sulla porta seduto su di una sedia pieghevole che si fumava una pipa:

“dormito bene?”

e io:

“si benissimo, però non volevo...”.

Lui un pò preoccupato mi ha risposto:

“Non c’è problema. Hela però era molto inquieta e ha deciso di andarsene, ho provato a fermarla, ma sai come sono fatti i gatti...”

“si lo so, non vogliono mai stare a sentire i consigli degli altri. Del resto il loro istinto è molto più affidabile del nostro. Difficilmente si sbagliano.”

A quel punto molto preoccupato ho ringraziato il padrone di casa e l’ho salutato, promettendogli di tornare a trovarlo al più presto.

martedì 23 gennaio 2007

IL GATTO PATCHWORK

 IL GATTO PATCHWORK

Fu allora che mi apparve il Gatto Patchwork, nella sua infinita morbidezza e ricchezza di fantasie cromatiche. Egli voltò il suo sguardo verso di me e disse:

“Cercati una tomba in affitto!”

Io risposi:

“In affitto?”

E il Gatto Patchwork allora:

“Esatto! Morirete tutti, a breve, ma l’apocalisse è altrettanto vicina, quindi, caro mio, risorgerete molto presto. Non è conveniente comprare una tomba, meglio affittarla”.

Detto questo, il gatto il Gatto Patchwork, si voltò, feci in tempo a notare ancora una volta le magnifiche fantasie del suo manto sofficissimo e poi scomparve con suono di bottiglia di spumante che viene stappata emanando profumo di lampone.

‎lunedì ‎22 ‎gennaio ‎2007