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lunedì 28 dicembre 2020

Perché amo cosi tanto la neve


Sta notte ha nevicato di nuovo, e sta ancora nevicando, fa freddo e quindi penso che la neve resterà un po'. Quest'anno ha già nevicato diverse volte ad inizio dicembre, e io ovviamente sono molto contento. L'anno scorso aveva nevicato mezz'oretta una sera ed è stato proprio brutto e strano visto che da queste parti dovrebbe nevicare abbastanza. E ogni volta io mi chiedo sempre: perché amo così tanto la neve? Bene, ci sono molti motivi e prima di tutto io la amo perché "mi piace" e basta, fin da quando ho memoria e io sono a posto così. Cercando di razionalizzare, non vorrei ma ho una mente razionale anch'io dopo tutto e i miei studi mi hanno portato ad esserlo ancora di più, ho trovato alcuni punti base. Siamo in un periodo in cui le temperature si alzano, i ghiacciai si sciolgono e nevica sempre meno. Gli inverni di cui mi parlava mio nonno o anche mio padre di alcuni decenni fa non si vedono più. Il Tanaro ghiacciato l'avrò visto due volte e anch'io mi ricordo di inverni completamente diversi da quelli degli ultimi anni. Mi ricordo che in inverno, generalmente, bisognava stare attenti andando a scuola perché c'era il ghiaccio per la strada e tanti cadevano e non solo qualche giorno all'anno ma per gran parte dell'inverno. Andavamo con il bob ai giardini da piccoli, avevo amici che andavano con lo snowboard sulle colline di Valmadonna, comune di Alessandria ed erano gli anni '90, proprio l'altro ieri. Quindi quando nevica mi sento un po' meno preoccupato, ho un po' di sollievo da quel senso di entropia climatica che mi perseguita in continuazione. Altro motivo è che la neve rende tutto più bello: cancella le strade tutte rotte, gli alberi tagliati e non ripiantati, lo sporco e addirittura anche le automobili si vedono meno, rende tutto più bello e per un pochino cancella anche quel senso di decadenza sociale che caratterizza questo periodo storico in questo paese e in questa città. La neve rende tutto più tranquillo, i suoni sono più ovattati, il panorama meraviglioso, i campi spogli, altrimenti un po' squallidi, diventano scenari meravigliosi. E poi, ci ho pensato molto, il motivo principale penso sia che per poche volte all'anno, nel nostro mondo moderno la natura si riprende anche gli spazi urbani e antropizzati e noi non possiamo farci niente. Succede anche con le alluvioni, i terremoti, ecc... ma sono disastri, la natura diventa feroce, con la neve lo fa gentilmente. E' lo stesso motivo per cui amo molto la montagna, i boschi, quando nevica la natura torna qui vicino. Per me che ho sempre abitato in città è meraviglioso e tutti devono accettarlo: chi non lo accetta si arrabbia e vive male. Bisogna accettare che sia più difficile muoversi, bisogna accettare che non siamo ancora noi, umani, i padroni della natura! E' una cosa bellissima e bisogna accettarlo. Chi non accetta questo, sono in moltissimi, è chi ha rovinato tutto, chi ama vivere male e che ci ha portato a questo punto. Questo "chi" non sono i poteri forti immaginari, le corporazioni del male o altro, è proprio un tipo di mentalità, quello per cui ogni cosa è giusta nell'ottica del profitto e non si chiede mai se una cosa è bella e basta. In oltre la neve ci porta un po' di insolito, di meraviglia proprio fuori dalla finestra. Quindi io ringrazio sempre la neve! Questo testo che scrivo sta mattina, composto da pensieri che faccio da anni, è un omaggio, un'offerta alla Neve! 

giovedì 19 novembre 2020

Sandman, le edicole e la stazione.


Mi sono riletto qualche storia di Sandman, il fumetto che ho amato tanto, che mi ha fatto sognare, che mi ha fatto scoprire (ma non ancora ascoltare) il "dark" quando ero un giovanissimo adolescente. Quello nella foto é il primo numero che ho letto, sono passati più di 26 anni e, cosa pazzesca ma per me non troppo, lo aveva preso mia mamma e me lo aveva dato. Entrambi i miei genitori leggevano fumetti, mio padre Tex, ovviamente, mia madre invece in casa aveva Pratt, Crepax, diversi francesi... ed é per quello che io mi sono appassionato al fumetto e al disegno. Bene, me lo aveva dato tornando a casa dal lavoro: lei lavorava in stazione, al magazzino dei ricambi per gli scambi e quelle cose li, lo aveva preso ad una delle edicole della stazione. In stazione ad Alessandria negli anni '90 c'erano tre edicole, una sul binario, una nell'atrio e una fuori all'angolo dei giardini. Oggi non ne é rimasta nemmeno una, hanno rifatto tutta la stazione, che è grande e ora è piena di vetrine e spazio commerciali vuoti. Se io fossi stato un un'adolescente oggi, non avrei scoperto un capolavoro del genere e sarei stato sicuramente più mediocre.

martedì 17 novembre 2020

Lockdown 16.11.2020 - odore di carbone


Forse sto iniziando ad avere allucinazioni olfattive? Oggi mentre tornava da un breve giro di spesa mi sono ritrovato in una zona di Alessandria dove ci sono alcuni palazzoni che mi ricordano le zone poco frequentate di Berlino, ovviamente un ricordo forzato. Per assurdo la cosa "positiva" di stare qui é sempre stata la voglia di scappare che ne veniva fuori per reazione. Quest'anno di Lockdown mi fa pensare ogni giorni a posti a cui sono affezionato, cosa che mi é sempre successa appunto, ma adesso in maniera più amplificata. Comunque ero in questa via e mentre pensavo a quella somiglianza ho sentito l'odore di stufe a carbone che immediatamente mi rimanda non solo a Berlino, ma alla berlino di 15-20 anni fa. Ho abbassato la mascherina e quell'odore c'era davvero, strano perché qui non l'avevo mai sentito, non so é mai usato io carbone come combustibile da quando sono al mondo io per riscaldare. Boh. In ogni caso mi manca Berlino, quella di quel periodo, che era quasi un'utopia, con i suoi affitti ridicoli, i suoi locali completamente fuori dai business e dalle mode cool delle altre capitali. Poi Berlino é praticamente la terza città in cui sono stato più a lungo dopo Alessandria e Milano e l'unica grande città in cui forse potrei vivere. In ogni caso é stato un piccolo viaggio mentale e un pochino fisico stando qui. 

Altra constatazione é che da Marzo, a parte una decina di Giorni in estate in Friuli con scappata di im una notte a Lubiana (che amo), sono sempre stato qui in zona e ogni giorno ho pensato a qualche posto che mi manca, come forse ho detto più su. A parte la capitale tedesca, parlando di città e quindi non di luoghi vari, i tre posti a cui ho pensato più spesso sono stati:
Venezia, Praga e Kyoto.
Tre città magiche con le quali ho un rapporto e delle quali ho un ricordo magico, istintivo, fuori dal mondo e dal tempo. Come vorrei farmi un giro sotto la pioggia nei vicoli di quelle città proprio adesso.
Ciao

giovedì 27 luglio 2017

Ricordi, skate, pensieri sulla morte, anni 80

Ero veramente piccolo, penso 4-5 anni (quindi poteva esse il 1982-83), prima di iniziare le elementari. Il ricordo si svolge proprio sotto quella che ora è la mia casa, nella parte dei giardini pubblici di Alessandria, zona “cavallo”, il movimento equestre dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Qui due ricordi si fondono: un ragazzo passa con uno skateboard di quelli piccoli che noi chiamavamo “banana” giallo. Non ricordo benissimo, mi ricordo lo stile “surfistico” forse era vestito di jeans, ma potrebbe essere un ricordo successivo sovrapposto, andava veloce dal piazzale del cavallo verso la stazione e fu la prima volta in vita mia che vidi uno skateboards (nota che i vialetti dei giardini erano asfaltati e nelle pacchine c'era ogni tanto già qualche tossico, ma più che altro c'erano i nonni e i genitori con tanti bambini che giocavano) Il secondo ricordo è quello più importante. Come dicevo credo fosse il periodo in cui andavo all'asilo, probabilmente l'ultimo anno, ma non potrò mai ricordarmelo con precisione. In quell'epoca pensavo spesso che un giorno sarei morto, non riuscivo a spiegarmi quella cosa e mi spaventavo tantissimo. Ci pensavo da solo in continuazione e ho continuato a pensarci un po' fino a quando l'età mi ha ridato un po' di ignoranza. Ero con mia mamma e, come delle volte fanno i bambini, provai a chiedere a lei informazioni sulla morte, sul fatto che un giorno sarei morto. Penso fosse estate, quei pensieri in estate erano più forti e ancora oggi l'arrivo dell'estate per me ha qualcosa di terribile, porta sempre delle sensazioni di morte, anche se molto lontane. Le avverto, le sento come un odore di marcio appena avvertibile e l'estate mi porta sempre quel senso di tragedia e ansia. Ad ogni modo mia mamma mi rispose che avevo tutta la vita davanti, che ero ancora piccolo e non dovevo pensarci. Oggi ho 39 anni e già più di 30 sono andati.

‎giovedì ‎27 ‎luglio ‎2017

Nella foto: io in mezzo, mia sorella piccolissima e un mio amico nei giardini di Alessandria 1980.