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giovedì 17 giugno 2021

Plutarco: "Sul mangiar carne"

Scriveva Plutarco:

“Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiar carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l’uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto; e imbandendo mense di corpi morti e corrotti, diede altresì il nome di manicaretti e di delicatezze a quelle membra che poco prima muggivano e gridavano, si muovevano e vivevano. Come poté la vista tollerare il sangue di creature sgozzate, scorticate, smembrate, come riuscì l’olfatto a sopportarne il fetore? Come mai quella lordura non stornò il senso del gusto, che veniva a contatto con le piaghe di altre creature e che sorbiva umori e sieri essudati da ferite mortali?Si muovevano le pelli, le carni muggivano sugli spiedi cotte e crude, e come di vacche si udiva una voce.Questo è invenzione e leggenda; nondimeno, è veramente mostruoso che un individuo abbia fame di esseri che ancora muggiscono, insegnando di quali animali ci si debba nutrire, mentre questi sono ancora in vita ed emettono la propria voce, e stabilendo determinati modi di condire, cuocere e imbandire le loro carni. Bisognerebbe cercare chi per primo diede inizio a pratiche simili, non colui che troppo tardi vi pose fine.

2. Qualcuno potrebbe dire che i primi uomini a mangiare carne furono sollecitati dalla fame. In effetti, non perché vivessero fra desideri illegittimi, né perché disponessero del necessario in abbondanza essi pervennero a questa pratica, sfrenatamente abbandonandosi a inamissibili piaceri contro natura. Anzi, se in questo momento ritornassero in vita e riacquistassero la voce, essi direbbero: “Beati e cari agli dèi voi che vivete adesso! Che epoca vi è toccata in sorte, quale smisurato possesso di beni godete e vi dividete! Quante piante nascono per voi, quanti frutti vengono raccolti: quanta ricchezza potete mietere dai campi, quanti prodotti gustosi cogliere dagli alberi! Vi è lecito anche vivere nell’abbondanza senza il rischio di contaminarvi. Noi, al contrario, abbiamo dovuto far fronte al periodo più cupo e buio del mondo, perché ci siamo trovati in una condizione di grande e irrimediabile indigenza fino dalla nostra prima comparsa sulla terra. L’aria occultava ancora il cielo e gli astri, mescolata a una fosca e impenetrabile umidità, al fuoco e ai turbini del vento. ‘Non ancora il sole’ aveva assunto una posizione stabile, né con il suo corso fisso distingueva alba e tramonto, e li conduceva di nuovo indietro dopo averli incoronati con le stagioni fruttifere inghirlandate di bocciuoli: la terra era stata violentata dallo straripare disordinato dei fiumi, e in gran parte ‘per le paludi era informe’. Essa era inselvatichita da un profondo strato di melma e dal rigoglio di boscaglie e di macchie sterili. Non venivano prodotti frutti domestici e non esisteva alcuno strumento dell’arte agricola, né c’era alcun espediente della ragione umana. A quel tempo la fame non dava tregua, e il seme del grano non attendeva le giuste stagioni dell’anno. Che c’è dunque di strano se contro natura siamo ricorsi alla carne degli animali, dal momento che si mangiava il fango ‘e si divorava la corteccia degli alberi’, ed era una fortuna ‘trovare un germoglio di gramigna o una radice di giunco’? Dopo aver assaggiato una ghianda e averla mangiata, eravamo soliti danzare di gioia attorno a una quercia o a una farnia, chiamandola datrice di vita, madre e nutrice. Quest’unica festa era nota alla vita di allora, mentre il resto era tutto un rigurgitare di turbamento e di tristezza. Ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza? Perché calunniate la terra, come se non fosse in grado di nutrirvi? Perché commettete empietà contro Demetra legislatrice e disonorate Dionisio benigno, dio della vite coltivata, come se non vi venissero da loro doni a sufficienza? Non vi vergognate di mischiare i frutti coltivati al sangue delle uccisioni? Dite che sono selvatici i serpenti, le pantere e i leoni, mentre voi stessi uccidete altre vite, senza cedere affatto a tali animali quanto a crudeltà. Ma per loro il sangue è un cibo vitale, invece per voi è semplicemente una delizia del gusto”.

[…]

4. Nulla turba comunque il nostro senso del pudore, non il fiorente aspetto di queste creature sventurate, non il fascino della loro voce armoniosa, non l’accortezza della loro mente, né la purezza del loro modo di vivere e la loro straordinaria intelligenza. Invece, per un minuscolo pezzo di carne priviamo un essere vivente della luce del sole e del corso dell’esistenza, per cui esso è nato ed è stato generato. Per di più, crediamo che i suoni e le strida che gli animali emettono siano voci inarticolate, e non piuttosto preghiere, suppliche e richieste di giustizia: poiché ognuno di loro proclama: “Non cerco di scongiurare la tua necessità, ma la tua tracotanza; uccidimi per mangiare, ma non togliermi la vita per mangiare in modo più raffinato”. Che crudeltà! E’ terribile vedere infatti imbandite le mense dei ricchi, che usano i cuochi, professionisti o semplici cucinieri, come acconciatori di cadaveri; ma ancor più terribile è vedere quando esse vengono sparecchiate: perché gli avanzi sono più abbondanti di quanto è stato consumato. Queste creature dunque sono morte inutilmente!”

(Plutarco, Del mangiar carne, trattati sugli animali, ed. Adelphi, Milano, 2001, a cura di Dario del Corno, traduzione e note di Donatella Magini)

lunedì 28 dicembre 2020

Perché amo cosi tanto la neve


Sta notte ha nevicato di nuovo, e sta ancora nevicando, fa freddo e quindi penso che la neve resterà un po'. Quest'anno ha già nevicato diverse volte ad inizio dicembre, e io ovviamente sono molto contento. L'anno scorso aveva nevicato mezz'oretta una sera ed è stato proprio brutto e strano visto che da queste parti dovrebbe nevicare abbastanza. E ogni volta io mi chiedo sempre: perché amo così tanto la neve? Bene, ci sono molti motivi e prima di tutto io la amo perché "mi piace" e basta, fin da quando ho memoria e io sono a posto così. Cercando di razionalizzare, non vorrei ma ho una mente razionale anch'io dopo tutto e i miei studi mi hanno portato ad esserlo ancora di più, ho trovato alcuni punti base. Siamo in un periodo in cui le temperature si alzano, i ghiacciai si sciolgono e nevica sempre meno. Gli inverni di cui mi parlava mio nonno o anche mio padre di alcuni decenni fa non si vedono più. Il Tanaro ghiacciato l'avrò visto due volte e anch'io mi ricordo di inverni completamente diversi da quelli degli ultimi anni. Mi ricordo che in inverno, generalmente, bisognava stare attenti andando a scuola perché c'era il ghiaccio per la strada e tanti cadevano e non solo qualche giorno all'anno ma per gran parte dell'inverno. Andavamo con il bob ai giardini da piccoli, avevo amici che andavano con lo snowboard sulle colline di Valmadonna, comune di Alessandria ed erano gli anni '90, proprio l'altro ieri. Quindi quando nevica mi sento un po' meno preoccupato, ho un po' di sollievo da quel senso di entropia climatica che mi perseguita in continuazione. Altro motivo è che la neve rende tutto più bello: cancella le strade tutte rotte, gli alberi tagliati e non ripiantati, lo sporco e addirittura anche le automobili si vedono meno, rende tutto più bello e per un pochino cancella anche quel senso di decadenza sociale che caratterizza questo periodo storico in questo paese e in questa città. La neve rende tutto più tranquillo, i suoni sono più ovattati, il panorama meraviglioso, i campi spogli, altrimenti un po' squallidi, diventano scenari meravigliosi. E poi, ci ho pensato molto, il motivo principale penso sia che per poche volte all'anno, nel nostro mondo moderno la natura si riprende anche gli spazi urbani e antropizzati e noi non possiamo farci niente. Succede anche con le alluvioni, i terremoti, ecc... ma sono disastri, la natura diventa feroce, con la neve lo fa gentilmente. E' lo stesso motivo per cui amo molto la montagna, i boschi, quando nevica la natura torna qui vicino. Per me che ho sempre abitato in città è meraviglioso e tutti devono accettarlo: chi non lo accetta si arrabbia e vive male. Bisogna accettare che sia più difficile muoversi, bisogna accettare che non siamo ancora noi, umani, i padroni della natura! E' una cosa bellissima e bisogna accettarlo. Chi non accetta questo, sono in moltissimi, è chi ha rovinato tutto, chi ama vivere male e che ci ha portato a questo punto. Questo "chi" non sono i poteri forti immaginari, le corporazioni del male o altro, è proprio un tipo di mentalità, quello per cui ogni cosa è giusta nell'ottica del profitto e non si chiede mai se una cosa è bella e basta. In oltre la neve ci porta un po' di insolito, di meraviglia proprio fuori dalla finestra. Quindi io ringrazio sempre la neve! Questo testo che scrivo sta mattina, composto da pensieri che faccio da anni, è un omaggio, un'offerta alla Neve! 

martedì 17 novembre 2020

Lockdown 16.11.2020 - odore di carbone


Forse sto iniziando ad avere allucinazioni olfattive? Oggi mentre tornava da un breve giro di spesa mi sono ritrovato in una zona di Alessandria dove ci sono alcuni palazzoni che mi ricordano le zone poco frequentate di Berlino, ovviamente un ricordo forzato. Per assurdo la cosa "positiva" di stare qui é sempre stata la voglia di scappare che ne veniva fuori per reazione. Quest'anno di Lockdown mi fa pensare ogni giorni a posti a cui sono affezionato, cosa che mi é sempre successa appunto, ma adesso in maniera più amplificata. Comunque ero in questa via e mentre pensavo a quella somiglianza ho sentito l'odore di stufe a carbone che immediatamente mi rimanda non solo a Berlino, ma alla berlino di 15-20 anni fa. Ho abbassato la mascherina e quell'odore c'era davvero, strano perché qui non l'avevo mai sentito, non so é mai usato io carbone come combustibile da quando sono al mondo io per riscaldare. Boh. In ogni caso mi manca Berlino, quella di quel periodo, che era quasi un'utopia, con i suoi affitti ridicoli, i suoi locali completamente fuori dai business e dalle mode cool delle altre capitali. Poi Berlino é praticamente la terza città in cui sono stato più a lungo dopo Alessandria e Milano e l'unica grande città in cui forse potrei vivere. In ogni caso é stato un piccolo viaggio mentale e un pochino fisico stando qui. 

Altra constatazione é che da Marzo, a parte una decina di Giorni in estate in Friuli con scappata di im una notte a Lubiana (che amo), sono sempre stato qui in zona e ogni giorno ho pensato a qualche posto che mi manca, come forse ho detto più su. A parte la capitale tedesca, parlando di città e quindi non di luoghi vari, i tre posti a cui ho pensato più spesso sono stati:
Venezia, Praga e Kyoto.
Tre città magiche con le quali ho un rapporto e delle quali ho un ricordo magico, istintivo, fuori dal mondo e dal tempo. Come vorrei farmi un giro sotto la pioggia nei vicoli di quelle città proprio adesso.
Ciao

Riprendo il blogghino

 Dopo anni di abbandono, visto il lockdown, ho deciso di riprendere a scrivere qualcosa qui, pensieri, constatazioni e foto giornaliere.



mercoledì 13 novembre 2019

Quello che si nasconde dietro.

 martedì ‎12 ‎novembre ‎2019

Quello che si nasconde dietro.

"In arte nessuna forma è totalmente materiale". Le arti sono sempre state legate alle attività magiche, spirituali e trascendentali. Ogni lettera o numero che noi utilizziamo e che riconosciamo in pochi istanti è in realtà un simbolo, una rappresentazione grafica astratta che noi sappiamo interpretare. Tuttavia bisogna avere una conoscenza di base per questo che è molto limitante. Una forma universale che valga sempre in ogni momento in questa e nelle altre realtà deve comunque esistere.

venerdì 8 marzo 2019

Per "In Transito" libro sui sogni.

Negli anni, e se vogliamo andare a vedere fin da quando tengo una matita in mano ho sempre avuto bisogno di disegnare compulsivamente. Devo dire che disegnare, schizzare in modo istintivo è una delle cose che amo più fare, perchè è una forma di meditazione naturale. Allo stesso modo viaggio molto, soprattutto in treno e negli anni ho sempre cercato il modo di disegnare anche mentre ero sul treno oppure in albergo o in un parco nei buchi di tempo in giro per il mondo. Dipingendo su grandi pareti o su tela in certi periodi ho avuto qualche problema, nel senso, non sapevo proprio cosa fare su un blocco piccolo. Una decina di anni fa ho iniziato a disegnare linee, una cosa che in studio mi riusciva impossibile, perdevo la pazienza in un attimo, mentre in treno no, anzi i movimenti del treno mi aiutavano a fare linee più irregolari. Cuffie, musica, un viaggio dentro un viaggio. Io questi disegni li chiamo disegni automatici, non inventando niente, lo facevano i surrealisti. Tutto il mio lavoro ha a che fare con l'inconscio, con la parte oscura, con i diversi livelli di coscienza. Cerco di liberarmi da influenze e dalla mia volontà, vedere cosa viene fuori. E' anche una cosa terapeutica. E poi un viaggio in treno di diverse ore passa molto più velocemente. Circa tre anni fa sono passato ai lavori neri, fatti con l'uniposca, sono un po' più diretti e gestuali, richiedono meno pazienza, mi rilassano ancora di più. Ho riempito diversi quaderni, uso quelli di Muji che non sono troppo bianchi, la carta è liscia e va benissimo con l'uniposca. Li ho suddivisi a seconda dei viaggi o del periodo. Ce ne sono due che ho chiamato “delle città europee” uno della “Mitteleuropa”, o dei “viaggi transalpini” o quello “asiatico”. La cosa più bella è che dipingendo per vivere, non ho mai fatto compromessi di tipo artistico, però quando lavoro ho sempre un po' di ansia da prestazione, generalmente verso me stesso, voglio sempre fare il pezzo migliore di sempre e allo stesso tempo trovare cose nuove, ecc... Facendo quei disegni invece mi sento rilassato al 100% non ho nessuna aspettativa, li faccio per me e basta, non per venderli o pubblicarli. Fino a quando l'anno scorso Martina Merlini mi ha chiamato e mi ha chiesto di andarla a trovare nel loro bellissimo studio. E così è venuta fuori questa idea del libro. Ho tutto questo materiale che praticamente nessuno ha mai visto e le due cose si sono incontrate perfettamente. Un libro che è più di un libro ed è anche più di una stampa. Per il testo non volevo proprio una cosa critica, ormai si fa sempre tutto per promuoversi, no. Prima ho pensato se conoscevo qualche poeta o qualche scrittore che condividesse certe cose con questo tipo di lavori. Poi mi è venuto in mente che ho altri quaderni, simili a quelli disegnati, pieni di sogni scritti al mattino appena sveglio negli anni. Di quelli abbiamo fatto una scelta più accurata. I miei sogni sono sempre piuttosto inquietanti e cupi, certi lo erano troppo e certi troppo personali. I sogni vengono esattamente da dove vengono quei disegni, da zone sconosciute della mia mente o da altre realtà che quando vivo in questa ricordo appena. Per l'introduzione poi ho chiesto ad uno dei miei migliori amici di sempre, che conosco da una vita e con il quale ho parlato e condiviso tantissimi progetti e idee. Il Dottor Pira, il quale ovviamente ha scritto il miglior testo che potessi desiderare.

Press press ha pensato a tutta la parte produttiva e lo ha fatto molto bene. Il libro è stampato in risograph, in modo abbastanza insolito, infatti è quasi tutto nero. Io sono molto soddisfatto, sono un fanatico della grafica pulita e grezza, come quella del periodo sovietico per esempio. In oltre sono cresciuto con le autoproduzioni, fanzine, dischi, grafiche fotocopiate. In questo modo sono riusciti a mantenere quel tipo di estetica in un libro che però è raffinatissimo. Tutto poi è stato piegato e rilegato a mano (mi sento in colpa) e la scatola che fa da copertina è serigrafata. Le copie sono 250 numerate.



BUY: https://presspress.bigcartel.com/product/108-in-transito


domenica 19 febbraio 2017

contro le palme a Milano

DA FB:

Allora visto che mi sono fatto quasi 7 ore di treno da solo e sono un pò nevrotico farò un'eccezione, andrò a dire la mia opinione qui su fb, (cosa che odio fare visto che di solito serve solo a fare polemiche da tastiera). Comunque non si tratta di politica, ragazzini suicidi, guerre o altre cose che potrebbero toccare la sensibilità di qualcuno, quindi mi permetto di dilungarmi un pò su questa cosa delle palme e fare due palle enormi a chi forse leggerà, perchè questo è un esempio di come vanno le cose.

1) Premessa prima: io metterei alberi ovunque, vorrei che fosse tutto verde, non mi sognerei mai di dare fuoco o danneggiare anche il peggiore degli alberi, ho cambiato progetti per non toccare piante e alberelli negli anni e ho piante ovunque.

2) Le palme non sono di sicuro tra i miei alberi preferiti: non fanno ombra, creano poco ossigeno e sono piante aliene: anche nell'Europa mediterranea le palme sono aliene e hanno soppiantato pini, lecci e ulivi.

Per quanto possa sembrare una cazzata, penso che la storia delle palme piantate in piazza duomo da Starbucks sia importanti a livello simbolico, che spieghi molte cose e io, personalmente sono contrario. Tutta la vicenda mi ha irritato per diversi motivi: il primo è il vedere che tutti prendano sempre le cose in modo fazioso, bianco o nero, da tifosi, da una parte o dall'altra. Ho scelto apposta questo articolo con un titolo idiota che vedete qui sotto. In questo caso se sei contro le palme sei di Casa Pound o della Lega, se sei tendenzialmente di sinistra devi essere pro a priori da tifosi di calcio e tutto viene strumentalizzato. La spiegazione è semplice e i motivi che io vedo sono i soliti superficialissimi: da un lato difendere certi aspetti "tradzionali" è considerato reazionario, specie se si parla di una città del nord, ricca. Certe persone protestano, mettono slogan imbecilli, incendiano le piante. Dall'altro le palme possono essere viste come il simbolo del sole, del mare e di certi paese poveri ma simpatici, quindi difenderle è politicamente corretto, si prendono le posizioni, senza pensare più di 2 secondi, senza farsi delle domande, cercando di non contraddire nessuno dalla "tua parte". Anche se le palme non c'entrano niente climaticamente, se soffriranno l'inverno milanese, e non faranno ombra d'estate difendiamo la scelta. Però a me non va giù, sono irritato dal fatto che una mega-catena americana (il cui target non è di sicuro l'operaio che va al lavoro al mattino) possa permettersi di arrivare a Milano, sconvolgere l'immagine di una delle piazze più belle d'Italia e la vista di uno dei monumenti più famosi d'Europa, urbanistica, ecc... e nonostante tutto questa scelta venga difesa da chi per natura dovrebbe essere contrario a globalizzazione, multinazionali, imperialismo, ecc... questo mi lascia ancora una volta perplesso. Vorrei sapere perchè hanno scelto le palme, mi chiedo se per una scelta di marketing provocatoria, o per ignoranza americana (italia = spiaggia), boh sarei curioso di saperlo. Comunque ho scritto tutta sta roba, ho sprecato mezz'ora della mia domenica, perchè questo discorso vale per tantissime altre situazioni di cui non voglio parlare qui su fb e penso che descriva bene il momento che viviamo in Europa in questi anni. Certe etichette e bandiere politiche vengono usata esattamente come i loghi della nike o dell'adidas e nessuno può permettersi di dissentire, anche i pochi che ancora si fanno due domande.

Chiedo scusa per la noia, errori e ora odiatemi, ciao!

venerdì 12 luglio 2013

108: "Manipulating the form" Book.

108: "Manipulating the form" 1999 - 2012.
Book: 64 pages + cover.
Format A5 (horizontal: 21 x 15 cm)
Full color pages.










lunedì 29 ottobre 2012

Paintings on linen. Autumn series.

New canvases:

Now busy in Lugano (switzerland) for the 108 solo exhibition "Seventeen Dens"
www.egogallery.ch/seventeen-dens 
ego gallery, Via Luigi Canonica 9, CH-6900 Lugano
 
108 "Dentro l'Autunno"
50x50, Acrilico su tela di lino, 2012.
108 "Dentro l'Autunno"
50x50, Acrilico su tela di lino, 2012.

108 "Si schiude l'Autunno"
30x30, Acrilico su tela di lino, 2012.

giovedì 25 ottobre 2012

giovedì 26 luglio 2012

108: “Il passaggio attraverso l'inverno” Installazione.

108: “Il passaggio attraverso l'inverno” Installazione. 
Tecnica mista su carta, video, suoni. 

“Separando l'uomo dalla natura e dal divino, l'Occidente ha perduto la propria tradizione” Alain Daniélu – Siva e Dioniso (1980) 

Se l'uomo fosse un animale completamente razionale la pittura, la musica e tutte le altre forme d'arte non avrebbero ragione di esistere. Le più antiche pitture e incisioni rupestri di cui si ha notizia sono legate a rituali propiziatori che di volta in volta servivano a far sì che il sole sorgesse di nuovo dopo il solstizio d'inverno, ad avere un buon raccolto o ad ottenere una certa fortuna durante una battuta di caccia. La musica serviva ad accompagnare i rituali e in molti casi la figura dell'artista coincideva con quella dello sciamano o del sacerdote e questo in alcuni luoghi avviene ancora oggi. Con l'avvento dell'antropocentrismo, dei monoteismi e infine del razionalismo scientifico in occidente è scomparsa la capacità di andare oltre a quello che i nostri sensi ci permettono di vedere o sentire. Soltanto gli artisti, con la pittura, la musica, il teatro o con il cinema possono, talvolta, aiutarci a trascendere la realtà. La vita urbana ci ha separati dai cicli naturali del giorno e della notte, delle stagioni e anche dal ciclo della vita e della morte. Siamo ormai convinti che la scienza possa spiegare tutto, aggiustare ogni cosa e darci il controllo su tutto quello che ci circonda. Ci sono momenti, tuttavia, in cui la natura ritorna di colpo nella nostra vita quotidiana anche se siamo abituati ad accorgercene solo durante le catastrofi. Un passaggio meno visibile si può aprire tutti i giorni, durante una nevicata in un giorno d'inverno ad esempio. Ogni cosa si trasforma. E' per questo che l'inverno e la neve sono elementi fondamentali di molti dei miei lavori. In quei momenti si apre un varco e basta uscire e iniziare a camminare magari appena fuori dal territorio urbano per rendersi conto che quella non è la realtà ordinaria. Le riprese del video utilizzate per questa installazione sono state effettuate con un telefono cellulare nel gennaio 2012 nella campagna alessandrina guidando la mia auto per tornare in città. I lavori su carta che compongono la restante parte visuale dell'installazione sono stati eseguiti con la tecnica del disegno e della scrittura automatica. Ho infine composto la parte musicale con il preciso intento di accompagnare me stesso e i visitatori all'interno del passaggio. 

 108, Schio, luglio 2012

lunedì 20 febbraio 2012

Ineterview: UK final dissertation.

These questions where for a final dissertation entitled Reading Graffiti, at the University of Bristol, I am conducting interviews with numerous persons involved with graffiti from Europe, the UK, and the States.

1. What do you write, and for how long have you been involved with graffiti? Are you able to verify your Identity?

The "tag" I used in the last 12 years most of the time is a number: 108.
I started to write my names (i chenged tags too many times) in '91, when I was just a little skater and I wanted to leave my name in the spots. I'm been a tipycal writer until the end of the 90's, making tags, silver pieces... my work as 108 started in 99.
"Are you able to verify your Identity?" - what do you mean???

2. How are you feeling today?

I'm a bit frustrated as most of the times, but anyway I'm not so bad.


3. Can you describe your first piece? Your most recent piece?

I remember very well my "first piece". I have a picture of it. It was summer, I wanted to make something bigger than a tag... so I went to a ugly place along the railway line, under a bridge. This place is still a typical place wher writers go to paint today.
Anyway I found 2 spraycans, black and red and I made terrible thing.

4. What sort of pieces do you usually do, and how often do you do pieces?

I'm not a writer anymore, I mean sometimes I need to do a silver lettering, or stuff like that. But it happens 3-4 times for year right now. Anyway, I'm changed: my work now have nothing to do with what do you call "graffiti". Or better with the kind of graffiti that started in NY. I paint black shapes. My work is closer with magical prehistoric graffiti than to writing.

5. Do you consider your work to be in the graffiti style, and why? Do you consider yourself to be a graffiti artist?

It depends. As I told you if you think about graffiti as something spontaneus, without a commission, made in public spaces, than yes, I consider myself a graffiti artist. But I do other stuff too. If you think about graffiti just as a style of lettering or something to do on snickers or stuff like this than: no, absolutely I'm not a graffiti artist.

6. Is graffiti art? If so, since when and for what reasons?

I cannot reply to this question in few words. Sometimes graffiti is art, awesome art. Sometimes absolutely not.

7. What in your opinion differentiates ‘graffiti’ from ‘non-graffiti’? Could graffiti be broken down into subcategories (e.g. stencil vs. freehand etc.)?

I think about graffiti in a good way when I think about something painted, or scratched or I don't know... when I see something spontaneus, in public spaces and without a commission. In graffiti the aesthetic is just a port of the "thing". The division in to subcategories is not very important, it's just a media, you can do the same for any kind of visual art.

8. How would you describe your own style, and how would you say if differs from other peoples’ style?

Usually people call my style "abstract", that's right. Probably I prefere to call my stuff as non-figurative than abstract. The fact is that I create shapes, I'm searching for the perfect shape, I'm not reproducing something. Anyway, this is what I did in the last 10 years more or less, it's part of my research... I never stop to experimenting, so it's not something final. My "style" is not easy to be undesrtood, I'm sure that some people hate it, I don't care, this is my own research. Yes probably it's very different from the most of the other graffiti stuff.

9. What is the relationship between image and word in your work?

I don't paint images. Sometimes I write words in my works. Words and letters usual are part or the shapes. I really like the shapes of the letters. I hide messages between letters and numbers sometimes.

10. What is the relationship between form and colour in your work?

This is very important: all my work is about forms and colors. In the last years I found the black as the best color possible, expecially in public places. During 2010 I started again to experiment with colors. Black and colors have different roles. For example black is used for the main/regular shape, for the structures, it have a more rational role. Colors are for the irregular parts, the irrational, the connection with other kind of reality. It's not easy to explane... gods like Kandinsky wrote aboute these kind of stuff in Concerning the Spiritual in Art, and he was very better than me.

11. What are the steps involved in making a piece? How is working on a piece alone different from working in a group?

To be honest, I'm an individualist. Usually my shapes comes from an idea, an image that comes to my mind. Than I have to go out to find the right place and to paint it. It's like a magical ritual. My works are better when they are alone in a place. I don't like too much to work in a group, when I paint a wall. I really like to be influenced and to work in a group in an other way. I really like to work with many artist and friends, but to be honest I don't like to divide a wall.

12. What are the steps involved in looking at a finished piece?

Sorry I don't understand this question.

13. What makes a piece good or bad?

I can't tell exactly. Proportion I think, but in art for me it works in a different way. Again it's not a rational proces, it's something instictual.

14. Is there a significance to the design, colouring, shapes, and location of a given piece?

Absolutely yes: the first thing for me is the location, the connection between the location and the piece is too important.
The shape (the design) comes by it self, or better when the work go well... I must be very good to do the right shape in the right place, most of the times I'm not totally satisfied about it.
The colors are something different. As I told you I chosed the black as main color, other colors have different roles.

15. What factors in your life have most influenced your work? How do you feel your own work has effected others?

Too many factors, I can name just a few. Right now my work is me. First of all I think that the main influences are the place where I'm born and where I live and the time, I mean this age. Year after year I saw that my city and the region where I live influeced me so much. I mean old rural graffiti, or strange enigmatic drawings that sometimes I saw in the walls here where more fascinating to me than other graffiti. Same for some prehistoric art I found on the mountains and the hills here in my area. They are not just aesthetic... thay have something else. I can't explain. Same for this age: one day it was natural to me to go out and to paint on a wall.

16. What art, books, films, artists, games, or magazines have most influenced your style? What advice would you give to someone looking to learn more about the graffiti movement?

Art/artists: Primitive art, prehistoric art, Hyeronimus Bosch, Malevich, Kandinsky, Burri, Fontana, Stak, Peio................
Books: Euripides - The Bacchae, H. Hesse - Die Steppenwolf - W.S. Burroughs, Antonin Artaud - Van Gogh, The Man Suicided by Society, Aldous Huxley - The Doors of Perception..........
Films: Fellini: Giulietta degli spiriti, Casanova, Satyricon... David Lynch: almost everything, David Cronenberg: expecially from Videodrome to Existenz, Tarkovskij: Stalker, Myiazaki: everything, The Wickerman (1973).................... I don't like games, magazine, I don't know... maybe Underground Productions in the 90's, I'm allways been influenced by diy fanzines.
I don't know about giving advises, maybe to lookwhat do you see around your home, to check everything you see when you walk... it's the best thing about graffiti.

17. Any further comments?

I think not!

lunedì 5 dicembre 2011

6 new prints prints for Studiocromie.


Forma 1, Forma 2, Forma 3,
Forma 4, Forma 5, Forma 6.

You can buy them here:

Edition of: 7 for every print, size: 17x24 Cm. each.

two color screenprint, silver background and black ink on 100% cotton paper with deckled edges, signed and numbered by the artist.

venerdì 1 luglio 2011

Another series of paintings on canvas.
Painted in 2007.

"Un mezzo per un fine, la chiave di tutti i giorni"
70x100 mixed media on canavas.
(Available)


(Not Available)


(Not available)

Canvases. Red series.

Here are 3 canvases, painted in 2009. Acrylic colors on 80x60 canvases.
NOT AVAILABLE.


venerdì 24 giugno 2011

108 for A cold dead body

108 for A Cold Dead Body. 9 are posters as 9 are the songs. They will be printed on natural canvas (A2 size, ) in 12 pieces for each one of the 9 posters. This makes 108 posters in all.


ORDER THE POSTERS AT
acolddeadbody.band@gmail.com!






108 for STUDIOCROMIE

108 - "Black Triangle" - hand printed by Studiocromie.
2 colors (2 different black layers) screen printed on paper.
Limited to 13 numbered and signed pieces.


108 - "Black Square" - hand printed by Studiocromie.
2 colors (2 different black layers) screen printed on paper.
Limited to 13 numbered and signed pieces.


108 - "Black Cirle" - hand printed by Studiocromie.
2 colors (2 different black layers) screen printed on paper.
Limited to 13 numbered and signed pieces.

108 - Trabicolo (ciclorotante)

108 - "Trabicolo" by Limited No Art Gallery.
2008 - 2 colors silkscreened on canvas.
Every single piece is hand finished by the artist
Limited to 10 numbered and signed pieces.
cm 70 x 50 cm (circa)

108 is nihili - 1

108 - "is nihil" - printed by sunwheel prod.
2 colors screen printed on paper, the grey layer is hand painted by the artist.
Limited to 10 numbered and signed pieces.